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Il primo orologio al mondo: chi l’ha inventato? Una storia che inizia da una contessa

Il primo orologio al mondo: chi l’ha inventato? Una storia che inizia da una contessa

Quando pensiamo all’orologio da polso, lo associamo istintivamente all’eleganza maschile, agli accessori funzionali o ai capolavori tecnici moderni. Eppure, la storia del primo orologio da polso è sorprendentemente diversa da quanto si possa immaginare. Inizia nel 1868, in un contesto aristocratico, con un nome che ancora oggi è sinonimo di eccellenza: Patek Philippe.

1868: nasce il primo orologio da polso, per una donna

Fu proprio la prestigiosa maison ginevrina a creare, su commissione, il primo orologio da polso conosciuto nella storia. Il destinatario? La contessa ungherese Koscowicz di Ginevra. Un gioiello pensato più per la bellezza e il prestigio che per l’utilità pratica. Realizzato in oro, con bracciale integrato e decorazioni eleganti, questo segnatempo era più simile a un bracciale d’alta gioielleria che a uno strumento di precisione.

All’epoca, l’orologio da tasca era ancora lo standard per gli uomini. Gli orologi da polso erano considerati oggetti esclusivamente femminili, utili per ornare il polso e completare un abbigliamento sofisticato.

Dalla guerra alla rivoluzione: l’orologio da polso diventa universale

Fu solo con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale che l’orologio da polso iniziò a diffondersi tra gli uomini. I soldati avevano bisogno di strumenti comodi e rapidi da consultare durante le operazioni. L’orologio da tasca era poco pratico nelle trincee e sul campo di battaglia.

In quel contesto, nacquero i cosiddetti “trench watches”, orologi da tasca adattati con cinturini di cuoio, protezioni in metallo e quadranti luminescenti. Questa necessità militare accelerò l’adozione dell’orologio da polso come standard anche per l’uomo, trasformandolo da oggetto frivolo a strumento indispensabile.

Chi ha davvero rivoluzionato il concetto di orologio da polso?

Se Patek Philippe può essere accreditato come l’inventore del primo orologio da polso documentato, è Louis Cartier ad averne definito l’identità moderna. All’inizio del ’900, Cartier creò per l’aviatore Alberto Santos-Dumont un orologio da polso elegante e funzionale, che divenne il famoso Santos de Cartier.

Quel modello segnò una svolta epocale: un orologio da polso creato appositamente per un uomo, pensato per volare, per essere indossato, vissuto. Eleganza e utilità in un solo oggetto. Da lì in poi, l’orologio da polso non fu più un accessorio di nicchia.

Dall’utilità alla simbologia

Nel corso del Novecento, l’orologio da polso ha assunto valenze sempre più profonde. Da semplice strumento di misurazione è diventato:

  • Segno di status e gusto personale

  • Eredità familiare da tramandare

  • Oggetto di innovazione tecnologica

  • Piattaforma creativa per arte e design

Oggi, che sia un segnatempo ultratecnologico, un vintage militare o un classico di manifattura, l’orologio da polso rappresenta una scelta identitaria.

Conclusione: un oggetto nato per una contessa, diventato icona universale

Nel mondo Fathers, dove ogni orologio racconta una storia, è affascinante pensare che tutto sia cominciato da un gesto di stile e grazia, destinato a una donna dell’alta società.

Il primo orologio da polso non fu pensato per essere rivoluzionario, eppure lo fu. Perché a volte, è proprio nei dettagli eleganti e nelle scelte inattese che nascono le vere rivoluzioni.

E così, da un regalo aristocratico a uno strumento bellico, fino a diventare simbolo di eleganza e carattere, l’orologio da polso ha fatto il giro della storia… sempre rimanendo al polso di chi ha qualcosa da dire.

 

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